Nel caso della truffa di Carl Rinsch ai danni di Netflix, il regista di Hollywood è stato giudicato colpevole per avere dirottato milioni di dollari verso criptovalute e beni di lusso.
Profilo del regista e accuse formali
Il cineasta Carl Rinsch, noto per aver diretto Keanu Reeves nel film del 2013 “47 Ronin”, è stato riconosciuto colpevole di frode telematica e riciclaggio di denaro. La giuria lo ha condannato per sette capi di imputazione complessivi.
In dettaglio, il regista è stato giudicato colpevole di un capo di frode telematica, un capo di riciclaggio di denaro e cinque capi relativi a transazioni con beni ottenuti illecitamente. Ha 48 anni e operava attraverso la propria casa di produzione.
Il contratto con Netflix e i fondi aggiuntivi
Nel 2018 Netflix aveva affidato a Rinsch la realizzazione della serie sci-fi “Conquest”, inizialmente intitolata “White Horse”. Tra il 2018 e il 2020 la piattaforma ha versato complessivamente 44 milioni di dollari alla sua società di produzione.
Nel 2020, il regista ha richiesto altri 11 milioni di dollari sostenendo che fossero necessari per completare la serie. Tuttavia, secondo l’accusa, tali fondi sono stati rapidamente dirottati attraverso diversi conti bancari prima di essere concentrati in un conto di intermediazione personale.
Operazioni speculative e perdite sui mercati
Una volta accreditati i nuovi fondi, Rinsch ha iniziato a investire in strumenti finanziari. In meno di due mesi avrebbe perso oltre metà degli 11 milioni di dollari in operazioni su titoli considerati altamente speculativi.
Successivamente, secondo i procuratori del Distretto Sud di New York, il regista avrebbe cominciato a “speculare sulle criptovalute“. Inoltre, una parte consistente del denaro è stata usata per spese personali e acquisti di beni di lusso.
Criptovalute e stile di vita di lusso
L’indagine ha ricostruito una lunga serie di pagamenti, spesso legati ad acquisti di alto profilo. Tra questi figurano 3,3 milioni di dollari per mobili, antiquariato e materassi, oltre a 2,4 milioni di dollari per una Ferrari rossa e cinque Rolls Royce.
Inoltre, sono stati identificati 1,7 milioni di dollari destinati al pagamento di carte di credito e altri 387.000 dollari per l’acquisto di un orologio svizzero. Queste spese hanno rafforzato il quadro accusatorio, già incentrato sull’utilizzo improprio dei fondi della piattaforma di streaming.
La truffa di Carl Rinsch e il ruolo delle criptovalute
La procuratore di New York ha collegato direttamente la truffa di Carl Rinsch all’uso distorto di operazioni speculative su azioni e crypto. Inoltre, la vicenda solleva interrogativi sul controllo dei budget nelle grandi produzioni in streaming.
Secondo un articolo del New York Times del 2023, il regista avrebbe trasformato un investimento di 4 milioni di dollari in Dogecoin in circa 27 milioni di dollari nel 2021. Detto ciò, gran parte di questa plusvalenza sarebbe stata poi consumata in ulteriori spese di lusso.
Dettagli sull’indagine e accertamenti contabili
Le spese contestate, pari complessivamente a 8,7 milioni di dollari, sono state ricostruite da un contabile forense incaricato dall’ex moglie di Rinsch, Gabriela Rosés Bentancor. Il lavoro di analisi ha permesso di mappare flussi di denaro complessi.
Inoltre, gli inquirenti hanno evidenziato come l’ammontare investito in crypto e beni di lusso fosse incompatibile con gli obiettivi di produzione della serie “Conquest”. Questo contrasto ha rafforzato l’ipotesi che i fondi non fossero più destinati all’opera commissionata da Netflix.
Processo, verdetto e possibili pene
Rinsch, assistito da un mix di avvocati privati e difensori d’ufficio, si era dichiarato non colpevole. Tuttavia, la giuria lo ha riconosciuto responsabile dopo poche ore di camera di consiglio, al termine di un processo durato una settimana.
La sentenza è attesa per il 17 aprile 2026. Il regista rischia fino a 90 anni di carcere: fino a 20 anni per frode telematica, fino a 20 anni per riciclaggio di denaro e fino a 10 anni per ciascuno dei cinque capi relativi alla spesa di denaro ottenuto illecitamente.
Le dichiarazioni della Procura e lo stop alla serie
Al termine del processo, il procuratore federale per il Distretto Sud di New York, Jay Clayton, ha dichiarato che “Carl Erik Rinsch ha preso 11 milioni destinati a una serie TV e li ha giocati su opzioni speculative e transazioni in crypto”.
Clayton ha aggiunto che la condanna dimostra come, nei casi in cui si sottraggono fondi agli investitori, le autorità seguiranno i flussi di denaro per assicurare i responsabili alla giustizia. Nel complesso, il caso si inserisce in un filone crescente di frodi che combinano industria dell’intrattenimento e asset digitali.
La cancellazione di “Conquest” e le perdite di Netflix
Nel 2021 Netflix ha cancellato la serie “Conquest” dopo il mancato rispetto di tutte le principali milestone produttive da parte di Rinsch e della sua società. La piattaforma ha quindi registrato a perdita l’intero importo di 55 milioni di dollari versato per il progetto.
Ad oggi, il colosso dello streaming non ha recuperato alcuna somma dal regista. Inoltre, il caso potrebbe spingere le major del settore a rafforzare ulteriormente i sistemi di controllo sull’utilizzo dei budget, soprattutto quando vi sono di mezzo investimenti collegati a strumenti finanziari e criptovalute.
In sintesi, la vicenda di Rinsch unisce frode finanziaria tradizionale, trading speculativo e uso disinvolto degli asset digitali, evidenziando i rischi di governance per le grandi piattaforme di contenuti.
