In un mercato azionario in apparente euforia, trainato dall’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale, sorge una domanda cruciale: “C’è qualcuno che sta nuotando nudo?”. È questa la provocatoria metafora, mutuata da Warren Buffett, che M&G Investments utilizza nel suo “Quarterly Equities and Multi Asset Outlook” per il quarto trimestre del 2025, per invitare gli investitori a una riflessione sulla solidità degli attuali rally.
Fabiana Fedeli, Chief Investment Officer per Equities, Multi Asset e Sustainability, introduce il tema con un monito: “Quando le conclusioni appaiono diventare quasi ovvie (Abbiamo una bolla? Certo!!!), è il momento per gli investitori di cercare il dissenso, di trovare coloro che la pensano in modo diverso e ascoltare la logica alla base delle loro opinioni”.
Il report, che raccoglie le analisi dei principali gestori di M&G, dipinge un quadro di “mercati spumeggianti”, dove l’ottimismo sull’IA spinge le valutazioni, ma solleva anche il velo su “sacche di eccessivo entusiasmo e aspettative gonfiate”.
IA: opportunità reale o bolla speculativa?
Il settore tecnologico globale, e in particolare tutto ciò che ruota attorno all’IA, è sotto i riflettori. Jeffrey Lin, Head of Global Technology Equities, riconosce l’ondata di ottimismo ma avverte: “Per gli investitori, distinguere i vincitori dai perdenti richiede un’attenta due diligence; porsi domande come ‘chi sta effettivamente acquistando?’, ‘chi sta utilizzando la tecnologia su larga scala?’ e ‘quali flussi di lavoro stanno cambiando?’”.
Dalla stessa analisi emerge un’avvertenza per alcuni mercati emergenti: “Un certo numero di aziende cinesi di semiconduttori è ancora nella fase di crescita nascente della propria evoluzione, eppure il mercato sta attribuisce grandi quantità di valore a business che devono ancora dimostrare di poter performare con successo su scala commerciale”.
Mercati emergenti vs. sviluppati: il paradosso del rischio
Una delle tesi più interessanti del report arriva dall’area Multi Asset. Christophe Machu, Deputy Fund Manager, sfida il dogma secondo cui i mercati emergenti (EM) sono sempre e comunque più rischiosi di quelli sviluppati (DM).
“La narrativa prevalente presuppone che le attività degli EM siano intrinsecamente più rischiose e dovrebbero sempre scambiarsi a uno sconto. Ma i fondamentali non sempre lo confermano”, scrive Machu. “Se guardiamo sotto la superficie, molti paesi EM vantano rapporti debito/PIL più bassi, trend demografici più sani e, per molti, rendimenti reali più elevati insieme a una solida crescita degli utili”. Il suo avvertimento è chiaro: “La marea potrebbe rivelare che non sono i mercati emergenti a nuotare nudi, come molti assumevano solo pochi mesi fa, ma piuttosto quelli sviluppati”.
Dove cercare opportunità
Nonostante i segnali di allarme, gli esperti di M&G non gridano alla bolla generalizzata, ma piuttosto invitano a una selezione più attenta.
UK ed Europa: Michael Stiasmy, Head of UK Equities, sottolinea come il mercato britannico offra “azioni sottovalutate, resilienti e che stanno semplicemente eseguendo [i loro piani] con quiete”. In Europa, si segnalano opportunità in aziende di alta qualità rimaste indietro.
Giappone: Carl Vine, Co-Head of Asia Pacific Equities, evidenzia come la ripresa nipponica sia guidata da “generazione di cassa, disciplina di capitale e la riscoperta dell’auto-aiuto”, con un’attenzione particolare alla crescita dei dividendi.
Obbligazioni convertibili: Leonard Vinville, Head of Convertibles, propone questa asset class come potenziale strumento di protezione. “La mitigazione del rischio non consiste nell’evitare del tutto le azioni AI, ma nel scegliere i nostri investimenti con attenzione”, afferma, sottolineando l’importanza del “paracadute” obbligazionario incorporato.
La ricetta: diversificazione e vigilanza
Il filo conduttore del report è un invito alla prudenza attiva. In un mondo di narrative dominanti, la capacità di cercare punti di vista dissenzienti e di analizzare i fondamentali a fondo diventa cruciale. La diversificazione, sia tra classi di attività che al loro interno, viene indicata come la migliore ricetta per generare rendimenti differenziati e costruire resilienza in un ambiente macroeconomico incerto.
In conclusione, mentre M&G riconosce che “c’è sempre qualcuno che nuota nudo”, la squadra di investimento è convinta che, quando la marea si ritirerà, “ci sarà comunque più di qualcuno che avrà il costume ben indosso”. La sfida per gli investitori è individuare fin da ora chi appartiene a quest’ultima categoria.