Il Governo stringe i tempi sulla modernizzazione delle regole che governano la finanza italiana. Dopo la “Legge Capitali”, approvata lo scorso anno con l’intento di stimolare gli investimenti nell’economia reale, l’esecutivo è pronto a fare una revisione completa del Testo unico della finanza.
La bozza del nuovo “Codice dei mercati finanziari”, redatta dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, punta in particolare a snellire la normativa, rafforzare i poteri di vigilanza e rendere più competitivo il mercato nazionale agli occhi degli investitori esteri.
La riforma si inserisce nel quadro della legge 5 marzo 2024 n. 21, che affida al Governo la delega per riscrivere il Tuf attraverso uno o più decreti legislativi. Il termine per l’attuazione è stato esteso a 24 mesi, e l’entrata in vigore del nuovo testo è prevista all’inizio del 2026, dopo il passaggio in CdM e il confronto con le authority. Obiettivi: allineare le norme italiane agli standard europei e ridurre la burocrazia che spesso scoraggia le imprese dal quotarsi in Borsa.
Tra le modifiche più significative spicca la revisione delle regole sull’Opa obbligatoria. La soglia che obbliga a lanciare un’offerta totalitaria tornerebbe al 30% del capitale per tutte le società, superando la distinzione tra grandi e piccole imprese introdotta in passato. Chi oltrepassa tale soglia dovrà proporre un’offerta sulle azioni residue, calcolando il prezzo medio degli ultimi sei mesi, e non più sull’arco di un anno.
Un altro intervento rilevante riguarda le operazioni di acquisizione totalitaria, che saranno possibili solo con l’autorizzazione dell’assemblea dei soci approvata almeno dall’85% dei votanti. Una formula pensata per tutelare i piccoli azionisti da eventuali abusi.
La bozza introduce anche nuove regole contro le indiscrezioni di mercato: in presenza di voci su un’Opa in preparazione, la Consob potrà richiedere chiarimenti ufficiali alla società coinvolta. Se l’azienda non risponde, non potrà lanciare alcuna offerta per i dodici mesi successivi.
Un capitolo della riforma mira inoltre a ridurre la presenza dei cosiddetti “disturbatori” nelle assemblee societarie, limitando la partecipazione ai soci che detengono almeno lo 0,1% del capitale. Per le imprese di piccole dimensioni con capitalizzazione inferiore al milione di euro e per le società appena quotate, sono previste regole più flessibili e deroghe a determinati vincoli.
Sono poi previste agevolazioni per le aziende del segmento Euronext Growth, che potranno contare su percorsi semplificati per l’ingresso e la permanenza nei mercati regolamentati. La riforma promuove inoltre l’uso del rappresentante designato per rendere più agevole la partecipazione e la gestione delle assemblee, anche a distanza, e introduce un quadro normativo specifico per le limited partnership attive nel private equity e nel venture capital, insieme a regimi semplificati per i fondi alternativi.
Infine, l’abolizione dell’obbligo di pubblicare gli annunci finanziari sui quotidiani. Le comunicazioni relative a offerte e obblighi informativi potranno essere diffuse solo online.