La chiusura parziale del Governo degli Stati Uniti, scattata il 1° ottobre con l’interruzione dei servizi non essenziali, torna a preoccupare investitori e mercati. Se da un lato gli analisti ritengono che gli effetti strutturali sull’economia americana siano limitati, dall’altro le ripercussioni di breve periodo potrebbero essere significative.
Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim, spiega: “I precedenti storici suggeriscono che la chiusura delle attività governative avrà probabilmente un impatto trascurabile a lungo termine sull’economia e sui mercati. Ma nel breve termine l’impatto potrebbe invece essere importante”.
Secondo l’analista, uno dei nodi principali riguarda la pubblicazione dei dati economici, che potrebbe subire ritardi. “Se il Governo chiude i battenti, i dati economici subiranno ritardi e la Fed potrebbe non avere un quadro completo dell’economia quando prenderà in considerazione ulteriori tagli dei tassi”, sottolinea Tognoli.
Lo shutdown rischia così di condizionare le prossime mosse della Fed, proprio in un momento delicato per la politica monetaria. “Senza dati governativi, potrebbe essere più difficile per la Fed basarsi su un approccio guidato dai dati. Non crediamo che un ritardo nei dati precluderebbe necessariamente un taglio dei tassi alla riunione del Federal Open Market Committee del 29 ottobre, ma offusca il quadro che la Fed ha dell’economia”, evidenzia l’esperto, ipotizzando che la banca centrale possa dare maggiore peso a fonti alternative come gli indici ISM, i report ADP e i dati Challenger.
Anche i mercati potrebbero reagire in maniera immediata allo shutdown. “La reazione iniziale dei mercati dei capitali a una chiusura sarebbe probabilmente quella di far scendere le azioni e aumentare le obbligazioni. Riteniamo che tale mossa, se dovesse verificarsi, sarebbe di breve durata, ma potrebbe offrire un’opportunità per gli investitori che desiderano riposizionarsi”, osserva Tognoli.
Sul fronte obbligazionario, la view resta prudente sulle scadenze lunghe. “Riteniamo che gli investitori preferiscano al momento dare priorità alla porzione intermedia della curva dei rendimenti, con scadenze comprese tra tre e sette anni”, precisa l’analista.
Per quanto riguarda l’azionario, le correzioni temporanee potrebbero diventare occasioni di ingresso. “Siamo convinti che gli investitori possano sfruttare qualsiasi flessione, anche se di breve durata, vedendo ancora intatte le opportunità per aumentare gradualmente l’esposizione verso i settori ciclici e quelli attesi in crescita quali la finanza, la tecnologia e l’industria. Probabile inoltre che non sottovalutino le utility, tradizionalmente più difensive, in parte come un modo furtivo per acquisire esposizione alla secolare espansione dei data center legata all’intelligenza artificiale”.
Infine, Tognoli ricorda che il rischio di default non è in discussione. “Vale anche la pena sottolineare che il Governo continuerà a pagare i propri debiti durante qualsiasi lockdown. Il tetto del debito è stato revocato a luglio e non è influenzato dagli attuali negoziati a Capitol Hill”.
Nonostante la “nebbia” dello shutdown, la prospettiva resta costruttiva: “Gli investitori guarderanno oltre l’attuale impasse politica e si concentreranno su quelle che considerano le prospettive economiche costruttive per il futuro”, conclude Tognoli.