L’autunno si è aperto con un contesto economico globale complesso, segnato da tensioni commerciali, politiche fiscali incerte e traiettorie divergenti tra le principali economie mondiali. È quanto emerge dall’ultimo Market Outlook pubblicato da DWS, che traccia un’analisi approfondita di crescita, inflazione e mercati finanziari.
Secondo gli esperti della casa di investimento, negli Stati Uniti “l’incertezza politica pesa sull’attività economica”, con la seconda metà dell’anno caratterizzata da “prezzi più alti, mercati del lavoro in raffreddamento e consumi più deboli”. Tuttavia, il report segnala anche una possibile inversione nel 2026: “Ci aspettiamo una lieve accelerazione con la crescita che potrebbe tornare verso il 2% nella seconda metà del 2026 grazie agli stimoli fiscali e ai tagli dei tassi”.
In Europa, l’andamento appare più eterogeneo. “La spesa pubblica in infrastrutture e difesa, seppur più lenta del previsto, dovrebbe sostenere la crescita nel 2026, soprattutto in Germania”, sottolineano gli analisti. Restano però i rischi legati alla stabilità politica, in particolare in Francia, dove l’incertezza sul percorso fiscale pesa sulla fiducia di lungo termine.
La Cina, invece, continua a fare i conti con la fragilità del settore immobiliare, ma secondo DWS il recente prolungamento della tregua tariffaria e le misure di stimolo fiscale attese entro fine anno rappresentano segnali incoraggianti. “L’inflazione rimarrà vicina allo zero per ora, con una risalita verso l’1% nel 2026”, spiegano gli esperti.
Politiche monetarie: tra tagli e attese
La Fede, osserva DWS, si trova in equilibrio tra inflazione ancora elevata e un mercato del lavoro in rallentamento. “Prevediamo quattro tagli dei tassi entro settembre 2026, con un ritorno verso un livello neutrale del 3-3,5%”, affermano gli analisti, pur avvertendo che “i rischi alla sua indipendenza e la volatilità politica potrebbero complicare la traiettoria”.
In Europa, la Banca centrale europea dovrebbe completare il ciclo espansivo con un ultimo taglio fino all’1,75%, mentre in Asia la Cina proseguirà con un allentamento monetario graduale e la Banca del Giappone continuerà la normalizzazione, seppur con tempistiche incerte.
Azioni, obbligazioni e alternative: le prospettive di mercato
Sul fronte azionario, DWS mantiene una visione positiva. “Ci aspettiamo che l’S&P 500 raggiunga quota 6.800 entro settembre 2026, sostenuto da una crescita a doppia cifra degli utili, guidata da tecnologia e finanza”. Per l’Europa, le prospettive restano solide nonostante i venti contrari su valute e utili, mentre la Cina continua a rappresentare un’opportunità interessante all’interno dei mercati emergenti.
Sul reddito fisso, i rendimenti appaiono “equi rispetto ai fondamentali”, con i Treasury USA visti al 4,25% a dieci anni e i Bund tedeschi al 2,60%. Gli esperti segnalano però che “le preoccupazioni per la sostenibilità del debito potrebbero mantenere elevata la parte lunga della curva”.
Gli investimenti alternativi, infine, potrebbero beneficiare del calo dei tassi. “Il settore immobiliare europeo mostra un profilo rischio-rendimento migliorato, mentre l’oro resta un diversificatore di portafoglio grazie alla domanda istituzionale e al contesto di dollaro debole e deficit elevati”, concludono da DWS.