Il mercato dell’high yield globale mostra una salute robusta e le prospettive future appaiono favorevoli. A delineare questo scenario è Colin Reedie, Head of Active Strategies di Legal & General, secondo il quale “Il segmento degli alti rendimenti (high yield) rimane solido, beneficiando di forti fondamentali per quanto riguarda le imprese e di buoni livelli di liquidità, con fattori che fanno ben sperare anche per il futuro”.
Il passato: volatilità politica e compressione degli spread
Nei mesi recenti, i mercati hanno principalmente scontato l’impatto dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump, con una volatilità guidata più dalle notizie politiche che dai fondamentali economici. “Gli investitori hanno largamente adottato un approccio attendista – spiega Reedie – interpretando l’atteggiamento commerciale aggressivo degli Usa più come una tattica per negoziare e meno come un reale cambiamento nel paradigma della policy”.
In questo contesto, gli spread dell’high yield si sono contratti di circa 20 punti base dalla fine di giugno, con i rendimenti che, dal picco del 6,32%, sono scesi attorno al 6,05%. “Questa contrazione è sinonimo di una maggiore propensione al rischio e di un contesto solido, in cui le valutazioni sono supportate da un numero ridotto di nuove emissioni e da robusti flussi di cassa”, commenta l’esperto di L&G. Il rally è stato trainato soprattutto dai mercati europei ed emergenti, dove l’offerta limitata e i solidi afflussi hanno spinto la compressione degli spread, mentre il segmento USA è cresciuto in misura minore, frenato dai rendimenti più elevati dei Treasury.
Il presente: favorire il reddito, lontano dagli Usa
La visione di L&G sul credito rimane generalmente positiva, con l’idea che il rischio sia attualmente prezzato correttamente. “L’high yield a nostro avviso rappresenta una asset class in grado di generare reddito, con buone compensazioni del rischio di default per gli investitori, in particolare per quanto riguarda il credito B e BB”, afferma Reedie. La struttura del mercato è inoltre cambiata: i titoli BB dominano gli indici (60%), mentre i CCC sono meno dell’8%; la duration è inferiore (3 anni) e i titoli di stato di riferimento sono più volatili.
A livello geografico, L&G mantiene una sovraesposizione verso Europa e mercati emergenti, a scapito degli USA. “Il credito europeo è avvantaggiato da un certo supporto politico e fiscale, mentre gli Em offrono un profilo di rischio simile a quello americano, ma con spread e rendimenti più elevati”, spiega Reedie. “Inoltre, riteniamo che i rischi di downturn negli Stati Uniti non siano stati del tutto prezzati e ciò ci spinge ad essere ancora più cauti verso questo mercato”.
Sul fronte settoriale, le preferenze di L&G vanno a tech, media, immobiliare e aerospaziale/difesa, mentre sono sottopesati automotive e utility.
Il futuro: riduzione degli spread e resilienza
Nonostante le sfide, il mercato high yield globale continua a mostrare elevati livelli di resilienza. “Il consenso generale sembra abbia abbandonato lo scenario recessivo per gli Usa nel 2025 e la crescita globale appare solida, seppur lenta, creando un contesto molto favorevole per il credito”, osserva Reedie. Un ulteriore elemento a favore proviene dalla Fed e dal suo taglio dei tassi di settembre, con segnali che rendono molto probabili ulteriori riduzioni.
“Tutto ciò rende positivo il nostro outlook per l’HY nei mesi a venire. In particolare, la nostra opinione è che gli spread possano ridursi ulteriormente entro la fine dell’anno, entro una fascia relativamente ristretta”, afferma Reedie. È probabile che il mercato offra rendimenti simili a quelli delle cedole, attualmente intorno al 6,2%.
L’analisi si conclude con una valutazione dei due principali rischi che trattengono alcuni investitori:
- Shock politici e geopolitici: Potrebbero peggiorare le condizioni finanziarie, ma “a meno che non si verifichi un generale deterioramento dell’accesso al credito, che però non sembra essere all’orizzonte, una lieve recessione degli Usa non dovrebbe causare un picco dei default”.
- Rimbalzo dell’inflazione: È il rischio maggiore per chi cerca rendimento, ma “la bassa duration degli high yield dovrebbe offrire una discreta protezione contro un’eventuale stagflazione, migliore di quella di altre asset class, sebbene i rendimenti risultanti saranno inferiori in termini assoluti”.
