L’indice S&P 500 è attualmente sulla buona strada per registrare un rendimento del 20% per il terzo anno consecutivo, un fenomeno “piuttosto insolito”, secondo Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core. Un record che richiama alla mente la fine degli anni ’90, quando la prima rivoluzione di Internet spinse le Borse verso una serie di cinque anni positivi consecutivi. “La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è alla base dell’ultima bolla”, avverte Iggo, sottolineando che, per ora, lo slancio dei mercati è forte grazie all’allentamento delle condizioni monetarie e all’assenza di restrizioni fiscali.
IA e blockchain, il motore dei mercati
Le tecnologie dell’intelligenza artificiale e della blockchain stanno trainando i mercati globali. Ogni giorno, le big tech americane annunciano accordi d’investimento miliardari, spesso tra loro. “Gli sviluppatori di IA investono nei fornitori di potenza di calcolo, che a loro volta investono nei produttori di chip, i quali poi acquisiscono partecipazioni negli sviluppatori di IA”, spiega Iggo, evidenziando la circolarità del fenomeno. La corsa all’IA ha generato una domanda massiccia di talenti, infrastrutture, energia e clienti, creando effetti inflazionistici significativi. Non sorprende, quindi, che il settore dei servizi di pubblica utilità sia tra i migliori dell’S&P 500 in termini di performance quest’anno, pur mantenendo valutazioni inferiori rispetto a tecnologia e comunicazione.
Più ricchezza, più spese, più disuguaglianza
L’effetto boom dell’IA sui mercati azionari ha incrementato la ricchezza delle famiglie. Secondo i dati del Flusso di fondi della Fed, nei sei mesi fino a giugno la ricchezza netta delle famiglie è cresciuta di 5,3 trilioni di dollari. “Ciò tende a favorire le fasce di reddito più elevate, aumentando la disparità, sebbene stimoli la spesa dei consumatori”, osserva Iggo. Al contempo, le famiglie a basso reddito affrontano pressioni maggiori dovute alla cautela nelle assunzioni e all’aumento dei prezzi dei beni di consumo, creando economie parallele e rischi sociali e politici futuri.
Valutazioni elevate e incertezza futura
I temi macroeconomici mostrano forte momentum, sostenendo valutazioni elevate su azioni e credito. “Le valutazioni alte alimentano l’ottimismo: si guadagna. Ci vorrà qualcosa di grosso per invertire il trend dei mercati”, sottolinea Iggo. Resta però incerta la capacità delle aziende in prima linea nell’IA di monetizzare pienamente gli investimenti, e la concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di pochi grandi player solleva interrogativi politici. Iggo ricorda che il fatturato delle prime otto aziende tecnologiche equivale al 7,5% del PIL statunitense e continua a crescere, trasformando gli USA in una scommessa gigantesca sull’IA.
Mercato obbligazionario sotto osservazione
Anche il credito merita attenzione: gli spread restano stretti, e i fondamentali del comparto investment grade sono solidi. Tuttavia, i rischi maggiori potrebbero emergere nel settore high yield o nei leveraged loan, così come nel private credit, dove leva elevata e bassa copertura degli interessi potrebbero diventare problematici in caso di inasprimento della politica monetaria.
FOMO contro prudenza
“La mia esperienza insegna che essere una Cassandra non paga: la FOMO (Fear of Missing Out) ha quasi sempre la meglio”, afferma Iggo. Tuttavia, avverte, proteggere i portafogli e restare consapevoli dei rischi e della concentrazione rimane essenziale. L’S&P 500 potrebbe continuare a sorprendere, ma il rendimento medio storico del 1950 ad oggi è dell’8,12%. Secondo Iggo, “potrebbe essere il momento di coprirsi contro una possibile regressione alla media”.
In sintesi, l’euforia dei mercati guidata dall’intelligenza artificiale sta creando una nuova bolla simile a quella di internet negli anni ’90. Per ora, la festa continua, ma i postumi di un eventuale scoppio potrebbero essere enormi.
