Nonostante l’incertezza globale, l’economia statunitense continua a mostrare una sorprendente resilienza. È il quadro che emerge dall’analisi di Mabrouk Chetouane, Global Head of Market Strategy di Natixis IM e Alessandro Marolda di Natixis IM Solutions, che delineano uno scenario caratterizzato da crescita moderata, mercati ancora solidi e una crescente attenzione alle dinamiche di allocazione del capitale.
Economia Usa: resilienza e prospettive
Secondo Chetouane, le tensioni legate alle nuove tariffe commerciali «aggiungono rumore e volatilità» ma non compromettono i fondamentali economici. Gli indicatori macro continuano a mostrare tenuta, con un rallentamento atteso tra il quarto trimestre e l’inizio del nuovo anno, prima di una ripresa nel corso del 2025.
L’inflazione rimane concentrata nei servizi e nei costi abitativi, mentre «l’impatto dei beni e delle tariffe è minimo». Anche la fiducia dei consumatori si conferma robusta, sostenuta dall’andamento positivo dei mercati finanziari.
Dal lato delle politiche economiche, la Federal Reserve mantiene un orientamento favorevole «fino al 2025-26», mentre il supporto fiscale resta accomodante. Secondo Chetouane, tra le principali aree di preoccupazione emergono «le sfide legate alla legalità delle tariffe e la resilienza strategica della Cina».
Asset allocation: la forza del tech Usa e le difficoltà europee
Gli ultimi mesi hanno evidenziato forti revisioni al rialzo degli utili nel settore tecnologico statunitense e nelle società attive nell’intelligenza artificiale, che continuano a sovraperformare. Al contrario, l’Europa – escluso il Regno Unito – rimane indietro rispetto ad altri mercati sviluppati.
In uno scenario globale più competitivo, gli investimenti in capitale proprio risultano «fondamentali per una crescita sostenuta», sottolinea Chetouane.
Trend 2024-2025: tra euforia iniziale e cautela degli investitori
Marolda ricorda come, entrando nel 2024, il sentiment degli investitori fosse dominato dall’euforia verso l’eccezionalismo USA, alimentato dal rally tecnologico e dalle aspettative positive legate alla vittoria di Trump. Tuttavia, «l’S&P 500 ha sottoperformato altri mercati principali», complice il calo del dollaro che ha favorito l’Europa e l’euro.
In Italia, i flussi sono rimasti deboli: nonostante il mercato rialzista, gli investitori hanno mostrato scarso interesse per aumentare l’esposizione azionaria. Le preferenze si sono concentrate su BTP, obbligazioni a breve durata, strumenti hold-to-maturity e fondi monetari. Multi-asset ed equity hanno registrato deflussi, in controtendenza rispetto ai flussi positivi verso le azioni europee. Anche i tematici e l’ESG hanno sofferto, mentre si sono distinti AI, cyber-security e difesa.
Per il 2025 il sentiment resta improntato alla protezione da inflazione e crolli di mercato, spingendo ancora una volta verso asset percepiti come sicuri.
AI: rischio bolla o trasformazione strutturale?
L’intelligenza artificiale rappresenta oggi il nodo più discusso. «Il rischio percepito è quello di una bolla AI. Noi crediamo che non lo sia, anche se ci saranno vincitori e perdenti», spiega Marolda. I gestori risultano sovrappesati sui titoli tecnologici, pur mantenendo dubbi sulle valutazioni correnti.
La vera minaccia per il settore, osserva, è la crescente concentrazione degli indici azionari: pochi titoli trainano la performance, registrando «il livello più basso di ampiezza del mercato dal 2009».
Corsa agli alternativi: tra curiosità e cautela
Nel 2024 molti investitori hanno chiesto chiarimenti su asset alternativi – crypto, oro e private assets – anche se nel retail le allocazioni restano modeste.
Marolda sintetizza così le relative caratteristiche:
- Crypto: «beneficio di diversificazione molto basso» se confrontato con un Nasdaq levereggiato.
- Oro: elevata capacità diversificante, ma il prezzo «corretto per l’inflazione è ai massimi storici», difficile da giustificare ai livelli attuali.
- Private assets: crescente interesse tra i retail, che «stanno iniziando a seguire gli istituzionali». In Italia il trend è più lento, ma il vantaggio nel diversificare portafogli obbligazionari e azionari è tangibile.
Uno scenario complesso, ma ricco di opportunità
L’analisi degli esperti di Natixis IM evidenzia un contesto globale in cui volatilità, concentrazione dei mercati e nuove dinamiche geopolitiche si intrecciano con trend strutturali come l’intelligenza artificiale. In un mondo in rapida trasformazione, la capacità di allocare il capitale in modo strategico – tra rischi emergenti e opportunità di crescita – rimane la chiave per costruire portafogli solidi e resilienti.
