Un recente sondaggio condotto da Deloitte ha prodotto un risultato decisamente imprevisto: tre intervistati su quattro ritengono che le criptovalute saranno un’alternativa alle tradizionali valute fiat.
Il sondaggio di Deloitte
Si tratta del Deloitte’s 2021 Global Blockchain Survey, ovvero un sondaggio condotto tra marzo ed aprile su 1.280 “senior executive” in 10 paesi (Brasile, Cina, Germania, Hong Kong, Giappone, Singapore, Sudafrica, UAE, UK e USA) con conoscenze di base della blockchain e degli asset digitali.
Il 76% di costoro ha risposto che ritiene che gli asset digitali rappresenteranno una valida alternativa, o veri e propri sostituti, delle tradizionali valute fiat nei prossimi 5 o 10 anni.
Non è però chiaro se in questi “asset digitali” considerassero comprese le CBDC o meno, anche perchè non tutti gli intervistati erano veri esperti di asset digitali.
Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) infatti non sono altro che versioni nativamente digitali delle valute fiat tradizionali, nativamente analogiche ma già ampiamente utilizzate in formato digitale.
Pertanto da un punto di vista finanziario e sociale le CBDC non vanno affatto considerate nè asset digitali, nè tantomeno criptovalute, ma solamente nuove versioni delle tradizionali valute fiat. Insomma, hanno davvero pochissime differenze rispetto alle valute fiat tradizionali, e condividono con esse il medesimo valore, le medesime politiche monetarie, e la medesima natura inflattiva.
In genere invece con asset digitali non si intendono versioni digitali di asset tradizionali, ma nuovi asset, completamente differenti da quelli del passato, nativamente digitali e basati su registri distribuiti o, meglio, decentralizzati. Pertanto le CBDC non andrebbero annoverate nella lista degli asset digitali.
Criptovalute vs valute fiat
Il sondaggio di Deloitte sembra suggerire due cose.
La prima è che, anche tra coloro che affermano di avere una conoscenza di base dei nuovi asset digitali, probabilmente circola un po’ di confusione su quali siano la caratteristiche peculiari che deve avere un asset per essere considerato nativamente digitale e innovativo a tal punto da poter essere annoverato nella nuova asset class per l’appunto degli asset digitali.
La seconda è che comunque gli asset digitali stanno fomentando parecchie aspettative.
A tal proposito Deloitte afferma:
“Gli asset digitali stanno sconvolgendo l’intero mercato finanziario ed ogni organizzazione o industria che sia cliente del settore dei servizi finanziari (FSI). Gli strumenti finanziari, dal denaro alle azioni, e l’infrastruttura per qualsiasi tipo di transazione, stanno cambiando, in meglio”.
Inoltre aggiunge che il sondaggio ha portato alla luce un “cambiamento sismico” in atto nel settore dei servizi finanziari, derivante proprio dall’evoluzione degli asset digitali basati su blockchain.
Questa ipotesi sembra essere condivisa anche da molte persone comuni che si stanno affacciando al mondo della blockchain, anche se non tutti hanno ancora compreso che è probabilmente proprio il settore finanziario quello che sta beneficiando maggiormente di questa innovazione.
D’altronde anche i risultati del sondaggio di Deloitte sottolineano l’importanza strategica e fondamentale che sta avendo la rivoluzione della blockchain specificatamente nel settore finanziario, dove la rivoluzione della decentralizzazione non solo è già iniziata, ma sta già anche concretamente cambiando le cose in modo profondo ed irreversibile. A questo punto quel 76% di intervistati che ritiene gli asset digitali un’alternativa reale alle tradizionali valute fiat assume un senso meno sorprendente da come potrebbe apparire ad un’analisi superficiale.
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