Per Stephen Isaacs Bitcoin è una bolla destinata a scoppiare e quando finirà, sarà un momento drammatico.
Il chairman of the investment committee presso Alvine Capital lo ha dichiarato in una intervista con CNBC.
“Non so dove finirà o come finirà, ma finirà. E quando finirà, sarà brutto perché non ci sarà nulla”.
Le ragioni che potrebbero portare alla fine del Bitcoin, secondo Stephen Isaacs sono due: la regolamentazione e i cambiamenti climatici.
A proposito di regolamentazione, spiega infatti, Bitcoin rischia di essere vittima del suo stesso successo. Il fatto che si possano trasferire soldi in modo anonimo lo porterà a scontrarsi con le autorità di regolamentazione.
In realtà Bitcoin non è del tutto anonimo e casi come il Twitter hack lo dimostrano.
Per quanto riguarda il cambiamento climatico, Stephen Isaacs definisce Bitcoin:
“Un prodotto molto sporco”
Il riferimento è al processo di mining che consuma molta energia, che certo non è un bene per l’ambiente. Tuttavia, anche in questo caso, sono allo studio dei sistemi che consentano di minare Bitcoin e le criptovalute con energia pulita, riducendo l’impatto ambientale.
Stephen Isaacs: Bitcoin non ha fondamentali
La sua opinione è ancora più drastica quando gli viene fatto notare che è questo il momento migliore di investire in Bitcoin per l’analisi dei fondamentali:
“Non c’è nessun fondamentale in questo prodotto, non ha nessun valore intrinseco”.
Secondo l’esponente di Alvine Capital, prima o poi la Fed interverrà e la “musica finirà”. A quel punto, dice, sarà meglio avere delle azioni di Microsoft o di Apple, che hanno un loro valore e un loro progetto, piuttosto che un asset come Bitcoin anche se attualmente vale circa 60.000 dollari.
“Se la bolla scoppia, se arriva la regolamentazione, che cosa possiedi?”
Il suo ragionamento è che bitcoin può anche arrivare a 300.000 dollari, ma:
“È trading, è speculazione, non è un investimento”.
Queste parole arrivano quando Bitcoin vale 55.000 dollari, dopo essere arrivato nei giorni scorsi a lambire il nuovo record dei 65.000 dollari.
La sua preoccupazione circa la regolamentazione è la stessa di Ray Dalio: se veramente le autorità, in particolare le autorità USA arrivassero ad imporre dei limiti a Bitcoin, il suo prezzo potrebbe risentirne ed allora, sostiene Stephen Isaac, non importa che Bitcoin valga anche 300.000 dollari, in mano ad ogni investitore non resterebbe nulla.
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