Secondo Flavio Carpenzano, Asset Class Lead Fixed Income per Europa e Asia di Capital Group, il 2025 sta confermando la solidità del debito dei mercati emergenti, nonostante un contesto globale ancora incerto. “Mentre ci avviamo verso l’ultimo trimestre del 2025, il debito dei mercati emergenti si conferma resiliente in un contesto complesso”, afferma Carpenzano. “Dall’inizio dell’anno il segmento ha sovraperformato altri comparti del reddito fisso”.
Tagli dei tassi e dollaro debole hanno sostenuto i rendimenti
Il manager evidenzia come “il calo dell’inflazione in numerosi mercati emergenti abbia permesso alle banche centrali di adottare politiche più accomodanti”, con una serie di tagli ai tassi di interesse che hanno sostenuto le performance obbligazionarie.
Fattore chiave è stato anche il cambio di scenario valutario. “L’indebolimento del dollaro in atto da inizio 2025 ha alleviato le pressioni sulle valute locali”, spiega Carpenzano, “offrendo maggiore flessibilità alle banche centrali e incrementando l’attrattiva delle valute dei mercati emergenti”. Il risultato è stato un aumento degli afflussi di capitale nei fondi obbligazionari dedicati.
Rallentamento USA, tensioni geopolitiche e rischio compiacenza
Pur in un quadro complessivamente positivo, Carpenzano invita alla prudenza: “Diversi fattori potrebbero condizionare la traiettoria del debito emergente nella parte finale dell’anno”.
Il primo è il possibile rallentamento della crescita negli Stati Uniti. “Ora che il livello dei dazi assume tratti più definiti, l’impatto sulla crescita inizierà a manifestarsi”, osserva. “Una prospettiva di crescita più debole potrebbe pesare sul sentiment degli investitori e sulla domanda globale”. Secondo Carpenzano, la rivoluzione legata all’intelligenza artificiale “potrebbe compensare in parte questo effetto, ma le implicazioni sul mercato del lavoro restano in evoluzione”.
Il secondo fattore è la volatilità geopolitica. “I dazi, prima strumenti prettamente economici, sono sempre più impiegati all’interno di strategie di politica estera”, spiega. “Questo mutamento introduce un maggiore grado di imprevedibilità, poiché le decisioni sui dazi oggi riflettono considerazioni più ampie”.
Il terzo rischio è la compiacenza del mercato. “I mercati si sono progressivamente abituati ad annunci di politica economica sempre più frequenti, un fattore che ha contribuito ad attenuare la volatilità di breve periodo”, avverte Carpenzano. “Tuttavia, questo senso di apparente stabilità potrebbe esporre maggiormente gli investitori a cambiamenti inattesi, in particolare nei mercati emergenti, più sensibili agli shock”.
“Le economie emergenti sono fiscalmente più solide dei paesi sviluppati”
Nonostante le incertezze, i trend strutturali continuano a sostenere il debito emergente. “Le economie emergenti hanno rafforzato i propri quadri di politica economica dopo la pandemia, accumulando riserve e consolidando la loro credibilità”, sottolinea Carpenzano.
Un cambio di narrativa è in corso anche sul fronte fiscale. “Le crescenti pressioni nei mercati sviluppati, soprattutto in paesi come Regno Unito, Stati Uniti e Francia, stanno modificando la percezione del rischio. Oggi la posizione dei mercati emergenti è percepita come sempre più solida”, aggiunge.
Inoltre, la transizione digitale e l’adozione dell’intelligenza artificiale offrono nuove opportunità. “L’assenza di sistemi legacy potrebbe favorire un processo di adozione più agile”, osserva Carpenzano, “aprendo la strada a trasformazioni strutturali di rilievo”.
Opportunità di carry e selettività nel posizionamento
Sul piano operativo, Capital Group mantiene un approccio prudente ma costruttivo. “Il nostro posizionamento resta focalizzato sulle opportunità di carry, con un atteggiamento selettivo e una forte attenzione al rischio”, spiega Carpenzano.
L’asset manager “ravvisa valore nei tassi di cambio dei mercati emergenti, soprattutto in America Latina e in Europa centrale e orientale, dove le valutazioni restano attrattive”. Inoltre, “favoriamo la duration locale nei mercati con inflazione ben ancorata e curve dei rendimenti interessanti”.
Il posizionamento nel credito rimane invece “neutrale, a riflesso di un approccio disciplinato in un contesto di spread compressi”.
“Attenzione al rischio di shock improvvisi”
In chiusura, Carpenzano richiama l’attenzione sull’importanza di restare vigili: “Sebbene i mercati siano ormai abituati a gestire il rumore politico ricorrente, è opportuno non sottovalutare il rischio di shock improvvisi”.
“Un cambiamento netto sul fronte della politica o un evento geopolitico inatteso – conclude – potrebbe innescare una significativa avversione al rischio, penalizzando soprattutto gli asset dei mercati emergenti a causa della loro maggiore sensibilità ai movimenti di mercato”.