La celebre Oktoberfest di Monaco di Baviera si è ormai conclusa, ma la metafora della grande festa della birra si presta a una riflessione più ampia sui mercati finanziari. Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, osserva: “Contrariamente a quanto suggerisce il nome, la famosa festa si svolge tradizionalmente a settembre, estendendosi solo per qualche giorno nel mese di ottobre. Gli investitori si chiedono se anche i mercati possano vivere una sorta di Oktoberfest”.
Secondo Naumer, settembre ha confermato la sua fama di mese volatile: “Ampie parti del mercato azionario hanno faticato a mantenere le proprie posizioni, ed alcuni indici hanno addirittura registrato un arretramento. Anche i titoli governativi hanno subito pressioni, mentre le materie prime si sono comportate mediamente bene, con l’oro in evidenza”.
Sul piano stagionale, ottobre potrebbe apparire come un mese più favorevole. “Dal 1970, la performance media dell’indice MSCI Europe mostra che, in genere, i mercati europei tendono almeno a stabilizzarsi a settembre, per poi intraprendere un trend positivo fino a fine anno”, spiega l’esperto. Tuttavia, ammonisce, “la performance passata non è un indicatore dei risultati futuri”.
Le sfide globali
A pesare sul quadro generale sono fattori geopolitici, macroeconomici e di politica monetaria. “Il tradizionale schema di crescita globale sembra giunto al termine”, sottolinea Naumer. “La frammentazione geopolitica, le tendenze demografiche sfavorevoli e i rischi legati al debito sovrano pongono sfide strutturali, mentre le speranze sono riposte negli incrementi di produttività legati all’intelligenza artificiale”.
Le divergenze regionali restano poi marcate. “Se nell’area euro i dati recenti hanno mostrato segnali di miglioramento, la situazione è peggiorata in Cina e negli Stati Uniti”, osserva. Sul fronte inflazione, le differenze non sono meno nette: “Negli Stati Uniti lo shock dei dazi ha interrotto il ciclo disinflazionistico, mentre la BCE appare fiduciosa di aver centrato il suo obiettivo. Nel Regno Unito l’inflazione resta elevata, nei mercati emergenti cresce a tassi più moderati”.
E la politica monetaria segue percorsi divergenti: “La Fed ha avviato un nuovo ciclo di riduzione dei tassi, mentre la BCE mantiene un atteggiamento attendista. La Banca del Giappone, invece, potrebbe riprendere un graduale processo di normalizzazione”.
Prospettive e strategie di investimento
In questo contesto, AllianzGI suggerisce un approccio tattico e diversificato. “Le elevate valutazioni dei mercati statunitensi restano una sfida, soprattutto per i cosiddetti Magnifici Sette”, afferma Naumer. “Le revisioni al rialzo delle stime sugli utili sono un segnale incoraggiante, ma le valutazioni più interessanti si trovano nei mercati emergenti e in Europa”.
Sul fronte obbligazionario, l’analista invita alla cautela: “Gli investitori dovrebbero mantenere alta l’attenzione sui rischi del dollaro Usa e privilegiare i titoli governativi dell’area euro. Meglio però sottopesare i titoli francesi, vista l’incertezza politica”.
Quanto alla valuta americana, aggiunge: “Lo status di bene rifugio del dollaro rimane vulnerabile. Fattori come la politica monetaria, le dinamiche commerciali e la traiettoria del debito statunitense eserciteranno probabilmente una pressione al ribasso”.
Un “Oktoberfest” finanziario?
Naumer chiude con una riflessione dal sapore simbolico: “La fine di un’Oktoberfest non è che il preludio di quella successiva. Così anche sui mercati, gli utili e i redditi da investimento possono trasformarsi in un flusso di ‘ducati terreni’”.
A titolo di esempio, spiega, “se nel 1960 qualcuno avesse investito 20 marchi in un paniere di azioni tedesche e reinvestito i guadagni, oggi disporrebbe di 909 euro, equivalenti a 60 litri di birra dell’Oktoberfest 2025. Con un dividend yield del 3%, quei 909 euro genererebbero circa 27 euro annui, sufficienti a coprire quasi due litri di birra solo con i rendimenti”.
Un paragone ironico, che mette in prospettiva l’importanza dell’investimento di lungo periodo: “Le performance passate non sono mai indicative di quelle future, ma ci ricordano che i mercati, più che una festa improvvisata, possono essere una tradizione che si rinnova”.