Perché (non) dovreste avere paura di possedere Bitcoin

paura di possedere Bitcoin

“Why you should be terrified of owning bitcoin”,  ovvero “Perché dovreste aver paura di possedere bitcoin”  è un articolo alquanto pessimista sulle criptovalute pubblicato qualche giorno fa da Fortune.

Nel corso del 2021, il prezzo di bitcoin è stato molto volatile: giornalmente è aumentato e diminuito ad un ritmo sei volte superiore a quello dell’oro.

È quanto rivela un’analisi di Scott DeCarlo pubblicata qualche giorno da Shawn Tully fa su Fortune, in cui viene svelato che nel corso dell’anno l’oro ha mostrato varianze medie e mediane giornaliere di appena l’1,4% e l’1,3%, mentre per bitcoin queste variazioni sono rispettivamente del 9,1% e del 7,6%. 

Tully definisce bitcoin:

“la più erratica, pericolosa e totalmente imprevedibile tra le principali categorie di investimento del pianeta”.

Tuttavia, sebbene affermi che tradizionalmente gli investitori evitino l’eccessiva volatilità, fa notare che anche dopo il crollo del suo valore del 50% rispetto ai massimi di tre mesi fa, bitcoin sta comunque ampiamente ricompensando i suoi possessori a lungo termine. 

Questo fa sì che, visto che tendenzialmente è sul lungo periodo che bitcoin dà il meglio di sè, i suoi possessori devono accettare sbalzi notevoli, oltre che decisamente veloci, ed una maggior tolleranza al rischio. 

Perché (non) avere paura di bitcoin: l’analisi

L’analisi di Scott DeCarlo è stata fatta sull’andamento dei prezzi di BTC dall’inizio del 2021 fino all’8 luglio, utilizzando come parametro di riferimento l’oscillazione in percentuale tra i minimi ed i massimi giornalieri. De Carlo ha poi calcolato lo stesso parametro anche per l’S&P 500 e l’oro

Dai calcoli è emerso che, durante i 146 giorni di scambi presi in considerazione, la minor differenza tra prezzo massimo e minimo giornaliera di bitcoin è stata del 2,5%, il 1 aprile, e solamente in quattro giorni è stata inferiore al 3,1%. 

Invece, per ben 131 giorni, ovvero l’89% delle volte, il prezzo di BTC ha oscillato almeno del 5% nel corso della giornata, con il superamento della soglia del 10% in 39 occasioni, ovvero più di una su quattro. In 17 giorni,  ha superato anche il 15%. 

La varianza media complessiva è stata del 9,1%, mentre la mediana del 7,6%. Da ciò si può dedurre che sia lecito attendersi più o meno ogni giorno una variazione del prezzo compresa tra circa l’8% ed il 9%. 

Per quanto riguarda l’S&P 500 invece la singola maggior variazione giornaliera è stata del 3,3%, il 5 marzo, e solamente per sei volte ha superato il 2%. Invece per due terzi del tempo è stata inferiore all’1%. 

La varianza media aritmetica per l’S&P è stata dell’1%, mentre la mediana dello 0,9%, quindi la varianza media giornaliera del prezzo di bitcoin è di circa 8 volte più volatile di quella delle azioni a grande capitalizzazione.

L’oro è risultato essere più volatile dell’S&P 500, ma molto meno di bitcoin. 

Il più grande scostamente giornaliero è stato del 4,9%, l’8 gennaio, mentre il secondo in classifica è stato del 3,3%. Comunque solo in 3 occasioni è stato superiore al 3%. 

Complessivamente la varianza media giornaliera del prezzo dell’oro è stata dell’1,4%, mentre la mediana è stata dell’1,3%, ovvero sei volte inferiore a quella dell’oro. 

Alla luce di questi dati è evidente come gli investitori in BTC debbano armarsi di molta più pazienza e sangue freddo rispetto a coloro che investono in azioni di grandi società o oro. D’altronde però va aggiunto che non tutti gli investitori scappano dalla volatilità, ed anzi ci sono anche coloro che la cercano volontariamente. 

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