Shutdown superato, l’incognita per i mercati ora è chi guiderà la Fed

Le ultime settimane sono state segnate da forti contrasti, dove timori per il credito privato si sono scontrati con l’ottimismo tecnologico e l’attesa per le mosse delle banche centrali. A tracciare il quadro è Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management, in un’approfondita analisi degli scenari che stanno plasmando i mercati globali.

Il mese appena concluso è stato un periodo di forti chiaroscuri per l’economia globale. Da un lato, l’incertezza politica ha pesato, dall’altro, le banche centrali hanno iniziato a tracciare la rotta verso una politica monetaria più prevedibile.

«Ottobre è stato un mese di contrasti», conferma Flora Dishnica. «Il prolungato shutdown del governo statunitense e il default di due società nel settore della commercializzazione delle auto hanno alimentato i timori nel settore del credito privato, soprattutto a causa della mancanza di dati economici chiari».

Tuttavia, proprio dalla Fed è arrivato un segnale rassicurante. «Il taglio hawkish del Presidente della Fed Powell ha offerto ai mercati uno spiraglio di ritorno a una politica monetaria più ortodossa; pertanto, i rendimenti dei Treasury statunitensi sono saliti ai livelli di settembre e il dollaro si è rafforzato». Un messaggio simile è arrivato anche dalla BCE, che ha indicato dicembre come mese cruciale per le proiezioni.

Il vuoto informativo e i segnali contrastanti dal lavoro

L’assenza dei dati ufficiali a causa dello shutdown ha costretto gli investitori a cercare informazioni alternative, aumentando la volatilità.

«In assenza dei tradizionali dati macro sul mercato del lavoro, il vuoto informativo è stato parzialmente colmato da fonti private», spiega Dishnica. «Tra i dati alternativi spiccano quelli relativi alle buste paga di ATP, gli annunci di lavoro di Indeed e i licenziamenti segnalati da Challenger che, insieme, hanno fornito segnali contrastanti».

Nonostante i segnali di un rallentamento, un dato appare confortante: «Le richieste di sussidi di disoccupazione – che hanno continuato ad essere pubblicate anche durante lo shutdown – non mostrano incrementi significativi».

Inflazione 2025: timori attenuati

Anche sul fronte inflazione, dopo l’uscita dei dati in ritardo, il quadro sembra meno cupo del previsto. Le stime per il 2025 prevedono un rialzo, ma ci sono elementi di compensazione.

«Le stime di consenso indicano un possibile incremento dell’inflazione che si attesta tra lo 0,4% e lo 0,8% per l’intero 2025, attribuibile all’impatto delle tariffe», afferma l’Investment Manager. «Tuttavia, il miglioramento di altre componenti, come gli affitti, sta contribuendo a mantenere l’inflazione complessiva su livelli meno preoccupanti. Pertanto, l’effetto delle tariffe appare per ora meno rilevante del previsto».

Il traino tecnologico: investimenti record e utili in crescita

A fare da contraltare alle incertezze macroeconomiche c’è la vitalità del settore tecnologico statunitense, che continua a trainare i mercati.

«Il settore tecnologico statunitense continua a trainare i mercati, sostenuto da ingenti investimenti. Aziende come Microsoft, Alphabet, Meta e Amazon prevedono di investire oltre 500 miliardi di dollari nel 2026, principalmente in infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale», sottolinea Dishnica.

I risultati sono tangibili: «La crescita degli utili è stata ottima, con un incremento del 10% rispetto all’anno scorso, e un’ulteriore previsione di crescita del 12% per i prossimi 12 mesi». In questo scenario, Pictet AM «conferma la validità degli investimenti nel settore tecnologico per i portafogli, pur adottando una maggior cautela in chiave tattica» per le valutazioni già elevate.

Prospettive: si guarda a dicembre e alla Fed post-Powell

Con la riapertura del governo americano, l’attenzione si sposta ora sul futuro. Due sono i nodi cruciali: la riunione della Fed di dicembre e la futura composizione dell’istituto.

«Permane comunque una significativa incertezza riguardo la futura composizione della Fed, in attesa della nomina del prossimo governatore», ricorda Dishnica. «Questo elemento sarà cruciale per comprendere l’orientamento della politica monetaria della Fed post Powell».

Nonostante il mercato sconti un allentamento monetario per il 2026, Pictet mantiene un approccio cauto. «Dunque, continuiamo ad evitare la duration americana nei portafogli. Infine, eventuali nomine che potrebbero minare la credibilità della Fed, rischierebbero di innescare una nuova fase di debolezza per il dollaro statunitense che, nei nostri portafogli, rimane quindi coperto».