Investimenti: i megatrend nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

“Perché mi sono letto avidamente le 319 pagine del PNRR? Perché è un documento scritto in modo chiaro (finalmente!), spiega come 222,1 miliardi di euro assegnati all’Italia verranno usati e va a toccare molti temi dei megatrend demografici, tecnologici e ambientali“. Ad affermarlo è Andrea Forni, co-autore del libro Investire nei Megatrend del futuro“, fondatore del sito Investireneimegatrend.it e strategist di Investirobot.com, che di seguito spiega nel dettaglio la propria view.

Lo stato del Paese nella nota di Mario Draghi

La prima cosa che mi ha colpito nella lettura del testo è la schiettezza con cui Mario Draghi ha snocciolato i problemi che affliggono l’Italia. Si capisce subito che Draghi non è un politico, sa fare di conto e non è avvezzo a “indorare la pillola”.

Nella prima pagina leggiamo che: “La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il PIL in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per cento. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e 43,6 per cento. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà è salita dal 3,3 per cento al 7,7 per cento della popolazione – prima di aumentare ulteriormente nel 2020 fino al 9,4 per cento

Se non fosse chiaro, in vent’anni il PIL è cresciuto del 7,9% (in Germania del 43%) e il numero di italiani poveri è triplicato arrivando al 10% della popolazione.

Poi leggiamo che “la produttività totale dei fattori, un indicatore che misura il grado di efficienza complessivo di un’economia, è diminuita del 5,8 per cento tra il 2001 e il 2019, a fronte di un generale aumento a livello europeo.” Non va meglio sul fronte occupazionale, tanto che: “i giovani sono tra le categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche dell’epidemia di nuovo coronavirus…“ Viene specificato che: “tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo italiano, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese”.

E sul fronte del digitale e dell’innovazione tecnologica il nostro Paese è al 24esimo posto su 27 paesi membri, battuto solo da Bulgaria, Romania e Grecia, che sono meno digitalizzate di noi!

Fonte: PNRR

A fronte di un quadro disastroso dell’Italia, che emerge dalla lettura delle 300 pagine del rapporto, lo stesso Draghi non è del tutto pessimista ricordandoci che gli Italiani hanno saputo ricostruire il Paese nel dopoguerra diventando in pochi anni quel “Miracolo Economico” che tutti ricordiamo.

I fondi europei in arrivo

Ci serve un piano (e l’abbiamo sotto forma di PNRR) e i fondi per ridare slancio al Paese, che arrivano abbondanti grazie al Next Generation dell’Unione Europea. Anzi, Italia e Spagna saranno i maggiori beneficiari come si vede nella grafica qui sotto.

Fonte: PNRR

Come spiega il documento, “il programma Next Generation EU comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri. Il REACT-EU è stato concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutarli nella fase iniziale di rilancio delle loro economie. IL RRF ha invece una durata di sei anni, dal 2021 al 2026 per un importo globale di 672,5 miliardi di euro.

Come si legge sul sito del Governo, il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza a cui vanno aggiunti 30,6 miliardi di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti è di 222,1 miliardi di euro.

Il PNRR in sintesi

Il programma nazionale è strutturato sulla base delle sei aree di intervento (pilastri) definiti dal Regolamento RRF:

  • Transizione verde;
  • Trasformazione digitale;
  • Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
  • Coesione sociale e territoriale;
  • Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale;
  • Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani.

Leggendo il PNRR trovate sei “Missioni” che si articolano in sedici “Componenti” ciascuno dei quali riporta le aree di intervento, le priorità e i budget di spesa.

I temi trattati

Nelle 300 pagine del PNRR emergono molti dei temi che ho trattato nel libro “Investire nei megatrend del futuro”. Ecco qui alcuni spunti di riflessione per crearsi degli scenari di investimento tematici e investire nell’ecosistema di aziende che parteciperanno ai progetti di sviluppo:

Nella vastità del piano, una mancanza mi ha colpito. Non si parla di energia nucleare. Eppure, a mio avviso sarà uno dei componenti fondamentali per raggiungere le quote di decarbonizzazione previste per il 2030 e il 2050.