
Eric Trump rilancia, sostenendo che le stablecoin in dollari possano “salvare” il dollaro USA.
In un’intervista a The New York Post, Trump ha affermato di essere convinto che stablecoin come USD1 – parte del progetto World Liberty Financial (WLFI) – rafforzeranno il biglietto verde, nonostante a Washington crescano le preoccupazioni su possibili conflitti d’interesse legati alla partecipazione della famiglia Trump.
Analisi dei media e di documenti pubblici confermano che il tema è entrato stabilmente nell’agenda politica statunitense, con copertura anche da testate internazionali come Reuters.
Secondo i dati raccolti dalla nostra redazione, analizzando comunicati ufficiali, audizioni parlamentari e dichiarazioni pubbliche, tra marzo e luglio 2025 sono emerse ripetute richieste di chiarimenti su disclosure delle riserve e governance.
Gli analisti di settore che abbiamo consultato osservano che la qualità degli audit e la separazione tra funzioni commerciali e ruoli pubblici saranno fattori decisivi per la credibilità di USD1.
Cosa c’è in gioco: USD1, WLFI e il nodo dei conflitti
WLFI punta a lanciare USD1, una stablecoin ancorata al dollaro. La questione non è solo tecnica, ma anche politica: il possibile coinvolgimento di familiari del presidente in un asset destinato a pagamenti e politiche pubbliche rischia di intaccare la fiducia nelle istituzioni e nel mercato.
In questo contesto, critici e senatori hanno già evidenziato come la presenza diretta di interessi personali nel quadro regolatorio possa creare una zona grigia tra interessi privati e decisioni pubbliche.
Per sostenitori e investitori, invece, USD1 e altre stablecoin in dollari rappresentano l’opportunità di ampliare la portata globale del dollaro, semplificando i pagamenti internazionali e abbattendo i costi di transazione.
Stablecoin in dollari: un chiarimento rapido
Le stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancorato a una valuta fiat o a un paniere di asset, ideate per ridurre la volatilità tipica delle crypto e facilitare trasferimenti veloci e tracciabili su blockchain.
Nella versione “dollar-pegged” come USD1, l’obiettivo è replicare il valore del dollaro in un rapporto 1:1, supportato da riserve e controlli indipendenti; requisiti che si fondano su audit solidi e una governance trasparente.
Per approfondimenti tecnici su modalità di audit e requisiti delle riserve si veda il nostro approfondimento interno su audit e riserve delle stablecoin.
Impatto politico e istituzionale
La vicenda, già oggetto di dibattito a Capitol Hill, solleva timori che il coinvolgimento diretto della famiglia presidenziale possa offuscare l’imparzialità nella regolazione dei mercati.
Le critiche, espresse da senatori democratici e figure come l’avvocato Andrew Rossow, sottolineano il pericolo che l’integrazione di interessi privati in asset a valenza pubblica minacci i meccanismi di salvaguardia costituzionali. Detto ciò, il confronto resta aperto anche sul piano delle competenze regolatorie.
Timeline essenziale (aggiornamento in corso)
- Fine marzo 2025: i piani iniziali di WLFI vengono resi noti, attirando immediatamente l’attenzione sui potenziali conflitti d’interesse.
- Marzo 2025: un gruppo di senatori democratici, in una lettera ufficiale, segnala “rischi senza precedenti” derivanti dalla partecipazione diretta del presidente e della sua famiglia nella gestione degli asset correlati alle crypto (congress.gov).
- 18 luglio 2025: il GENIUS Act viene firmato dal Presidente Trump, aprendo la strada a una regolamentazione specifica delle stablecoin negli USA (fact sheet ufficiale: White House).
- 18 luglio 2025: copertura internazionale e stime giornalistiche segnalano un aumento stimato della ricchezza personale del presidente attribuito ad attività legate al settore crypto (analisi di settore riportata da Reuters).
Le critiche principali
L’avvocato Andrew Rossow, citato da Cointelegraph, ha descritto USD1 come una potenziale minaccia contro i meccanismi di salvaguardia contro i conflitti di interesse.
Anche la deputata Maxine Waters, già nota per le sue posizioni critiche, ha suggerito che l’utilizzo istituzionale delle stablecoin per pagamenti pubblici potrebbe facilitare emissioni private senza adeguati controlli, alimentando preoccupazioni su eventuali benefici economici per familiari e affiliati di figure governative. In effetti, il tema della supervisione resta centrale.
Cosa dicono gli esperti
Le opinioni divergono. Il governatore della Federal Reserve Christopher Waller ha affermato che, se ben regolate, le stablecoin potrebbero ampliare la circolazione internazionale del dollaro (Federal Reserve).
D’altra parte, l’asset manager Amundi ha messo in guardia: una deregolamentazione troppo permissiva rischierebbe di erodere, col tempo, la supremazia del dollaro, con possibili ripercussioni sul lungo periodo (Amundi). Eppure, sul terreno operativo, l’esito dipenderà dall’attuazione concreta delle regole.
Possono davvero rafforzare il dollaro? Il punto
Se sostenute da riserve sicure, audit frequenti e da un quadro legale coerente, le stablecoin dollar-pegged potrebbero estendere l’uso del dollaro nei pagamenti digitali globali, riducendo i costi delle transazioni.
Tuttavia, senza precise barriere contro i conflitti d’interesse, si rischia una concentrazione di potere nelle mani di soggetti privati, con potenziali ricadute sulla trasparenza e sulla stabilità dei sistemi finanziari.
La posta in gioco è duplice: la tutela della stabilità finanziaria e la salvaguardia dell’integrità istituzionale.
Il quadro normativo: GENIUS Act e le lacune da colmare
Il GENIUS Act, firmato il 18 luglio 2025 (White House), ha introdotto requisiti specifici per gli emittenti di stablecoin negli USA.
Tuttavia, critici e osservatori segnalano ancora vuoti in termini di governance, trasparenza delle riserve e limitazioni per i titolari di cariche pubbliche. Il timore principale è che l’attuale regolamentazione non riesca a impedire che benefici economici vadano a finire in tasca a familiari o affiliati di figure di governo.
In questo contesto, l’attenzione dell’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) è ritenuta cruciale per definire chiaramente i confini tra interessi privati e policy pubblica.
Occorre un chiarimento normativo che stabilisca in modo puntuale regole sulla separazione e sulla disclosure degli interessi economici. Per documentazione legislativa e testi ufficiali si rimanda alle pagine dedicate su congress.gov.
Contesto e prospettive
Da marzo a luglio 2025, WLFI e USD1 sono stati al centro del dibattito politico e mediatico, con lettere parlamentari e interventi pubblici che ne hanno evidenziato i potenziali rischi e benefici.
L’imprenditore Bryan Pellegrino ha sottolineato il ruolo strategico delle stablecoin nel sostenere l’egemonia del dollaro sui mercati globali (BTCC), mentre esponenti istituzionali e senatori continuano a richiedere maggiore trasparenza e regole condivise per evitare ambiti di arbitraggio normativo.
L’adozione digitale in rapida espansione richiede regole e controlli altrettanto incisivi, altrimenti l’innovazione rischia di avanzare più velocemente delle tutele, lasciando spazio a conflitti e concentrazioni di potere che potrebbero compromettere la stabilità del sistema.
Dati e stime in evidenza
- Lettera di senatori democratici che avverte “rischi senza precedenti” derivanti dai conflitti di interesse (documenti disponibili su congress.gov).
- Stima di un incremento nella ricchezza personale del presidente attribuito ad attività crypto dal 2022, riportata il 18 luglio 2025 da Reuters.
- Impatto potenziale: estensione dell’uso del dollaro nei pagamenti digitali internazionali contro il rischio di una concentrazione del potere nell’emissione delle stablecoin.
Conclusione
La partita sulle stablecoin in dollari evidenzia un dilemma: se da un lato rappresentano uno strumento tecnologico strategico per rafforzare la competitività del dollaro e l’innovazione finanziaria, dall’altro la mancanza di regole chiare su conflitti di interesse, audit indipendenti e trasparenza nella governance rischia di trasformarle in un azzardo sia politico che sistemico.